Quello che segue e' una nota su Facebook di Ernesto Maria Ruffini, che credo sia giusto diffondere
Un punto a favore dei migranti: anche per gli sbarchi a Lampedusa il giudice trasmette gli atti alla Corte Costituzionale
A quelle eccezioni, nelle settimane successive, si erano aggiunte anche quelle sollevate dalla stessa Procura della Repubblica di Agrigento. Questa sola circostanza era già stata un successo. Se gli stessi p.m. che sono chiamati ad incriminare gli immigrati iniziano ad avere dubbi sulla costituzionalità delle norme che devono applicare vuol dire che qualcosa si sta muovendo nella giusta direzione.
Quando entro in aula, alle spalle del Giudice, appesa alla parete noto un enorme quadro in legno con una semplice scritta in bronzo: “La legge” e non “La legge è uguale per tutti”, ma solo “La Legge”. Chissà il perché. Memore di altre aule di giustizia e di altri giudici, leggo quel cartello con curiosità e preoccupazione. Se la legge non è uguale per tutti, potrebbe ancora essere considerata una legge o una legge giusta? La preoccupazione comunque scompare alla lettura dell’ordinanza.
Secondo l’interpretazione accolta dal Giudice, il nuovo reato di immigrazione clandestina presenta diversi profili di incostituzionalità. Sia perché “l’ingresso o la presenza illegale del singolo straniero non paiono rappresentare, di per sé, fatti lesivi di beni meritevoli di tutela penale, ma sono l’espressione di una condizione individuale, quella di migrante”; sia perché “la perseguibilità penale dello straniero appare irragionevole, non agevolando in alcun modo le procedure di espulsione”. Altri profili di incostituzionalità: perché in contrasto con il principio di uguaglianza previsto dall’art. 3 della Costituzione; e perché, infine, la norma risulta contraddittoria con “gli obblighi assunti dall’Italia in materia di trattamento dei migranti”.
Non è il primo giudice investito della questione di costituzionalità, ma il suo accoglimento ha un’evidente valore simbolico, dal momento che davanti a questo giudice sono portati tutti coloro che, dopo estenuanti traversate del Canale di Sicilia, approdano in Italia. Una valore simbolico che è reso ancor più palese dalle immagini, impresse nella memoria di tutti noi, di persone stremate a bordo di improbabili imbarcazioni. E sarebbero questi gli “invasori”?
Ernesto Maria Ruffini (A Buon Diritto)
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